Google vs Uber, iniziato il processo che porta la tecnologia nell’aula di tribunale

Autore:
Ermelinda Gallo
  • Social Media Manager

Partito il mega processo che vede opposti Google nel ruolo di accusatore e Uber in quello di accusato. Motivo della diatriba? Big G sostiene che il colosso di trasporto automobilistico è colpevole di avergli rubato i progetti relativi all’auto a guida autonoma.

Google vs Uber, il furto della guida autonoma

Come rubare un progetto? Tutto nasce dall’entrata in scena di un ex ingegnere Waybo, ex costola di Google e dal trafugamento di ben 14 mila documenti relativi al software per la guida autonoma. L’ingegnere in questione, tale Anthony Levandowski, avrebbe portato con sé i documenti elettronici di cui sopra, in dote alla Uber, sua nuova azienda. Il colosso delle auto da trasporto si difende che sostanzialmente è normale che un ingegnere porti con sé le sue conoscenze quando va a lavorare per una nuova azienda, ma ciò non vuol dire che sia stato rubato alcun che, anzi smentisce categoricamente di aver fatto l’azione della quale è accusato.

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Non siamo ai prodromi di una nuova stagione di American Crime Story, ma poco ci manca. Quello che è iniziato lo scorso lunedì al tribunale di San Francisco infatti rischia di essere uno dei processi più interessanti nel suo genere, sicuramente molto più stimolante di quello tra Nokia, Apple e Samsung, primo perché in questo caso la gestazione ha avuto una durata abnorme, ben un anno per vedere i due colossi l’uno contro l’altro in tribunale, ma soprattutto perché la Giustizia non si è mai trovata in una situazione del genere e il tutto è destinato inevitabilmente ad aprire nuovi sentieri nella giurisprudenza e tracciare nuove linee di confine nell’ambito della tecnologia.

Situazione intricata quella che dovrà sbrigliare il giudice William Alsup, già protagonista nel caso Oracle contro Google. Stavolta però la faccenda è molto più ingarbugliata, per la dinamica del furto in questione. Levandowsky infatti lasciò Google, portando con sé i documenti incriminati, fondando una nuova società tecnologica, la Otto, per poi vendere in un secondo momento, ovvero sotto il copyright di Otto, i documenti a Uber. In un certo senso quindi, l’ingegnere potrebbe finire per essere l’unico furbetto della situazione, mentre Uber potrebbe uscirne stavolta clamorosamente pulito. A complicare ulteriormente le cose però c’è il fatto che proprio Levandowsky non sarà presente in aula poiché ha rifiutato di partecipare come testimone (il quinto emendamento glielo consente) visto che ha un’altra causa in atto e quel che direbbe potrebbe comprometterla.


Google vs Uber, iniziato il processo che porta la tecnologia nell’aula di tribunale
Google porta Uber in tribunale

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